Tour des Alpages in bici
Descrizione
Imboccare la poderale che inizia dalla parte opposta al parcheggio Les Montagnards. Si parte ripidi per una ventina di metri ma poi spiana. Si guadagna facilmente l'Alpe Chavannes e si continua sul tracciato a valle della grande Alpe Châtelard.
Raggiunto il bivio per l'Alpe Brusoney, si prende a sinistra la ripida strada asfaltata, che dopo pochi metri torna a essere in terra battuta. Qui si continua facilmente in piano fino all'area Natura 2000 Lodetor. Passato il ponticello, la strada inizia a salire. Si tratta dell'unico vero dislivello da affrontare. La si segue fino quasi all'Alpe Tellinod, dove si svolta a sinistra. Un sali e scendi ci porta fino all'Alpe Petit-Chavacour e poi all'Alpe Château, che sovrasta i resti dell'antico Ospizio di Chavacour. La strada ha ripreso a salire, ma la salita, benché ripida, non dura molto.
La strada poderale continua in un lungo falso piano, e i boschi lasciano intravedere un panorama mozzafiato. Si prosegue per alcuni chilometri, il bosco è intervallato da pascoli. L'ultima Alpe che si incontra è quella di Tronchaney, poi, dopo un po', la poderale inizia a scendere fino all'Alpe Gorzà. Il primo ristoro dopo tutta l'escursione.
Si prosegue sulla strada poderale che scende leggera appena al di sotto degli Alpeggi, si attraversano le piste. Attraversata l'ultima una ripida discesa di un 100 di metri ci mette alla prova; fare attenzione alla pendenza e al fondo sassoso.
Terminata, si prosegue in falso piano fino a quando non si incontra la poderale che sale da Col des Bornes.
Si svolta a sinistra e si raggiunge in discesa Plan Prorion, dove si svolta a sinistra sulla strada asfaltata e si raggiunge facilmente il punto di partenza.
vista panoramica Chantorné
vista panoramica Alpe Prô Sec
vista sull'Alpe Tronchaney
Alpe Courthod di Meiten
Larici
Alpe Courthod Damon
Cappella di Fossemagne
"I pascoli alti, ovvero montagnes hanno bisogno della benedizione celeste"
È probabilmente per questa ragione che nel 1761, il notaio François-Jérôme Frutaz, fa edificare a sue spese all'interno dei suoi terreni, la Cappella di Fossemagne, intitolata a Notre-Dame d'Oropa. Da quel momento una messa è officiata tutti i 26 luglio, festa di Sant'Anna.
Per essere sicuro che l'edificio potesse durare nei secoli a venire, cercò la partnership dei suoi vicini, tra cui François-Joseph Frutaz, la famiglia Gal e Jean Perrin, e tutti si ingaggiarono, attraverso atto pubblico, a mantenere e preservare per sempre la cappella.
Come spesso accade, due leggende caratterizzano questa cappella. La prima, la più poetica, vuole che una bella donna vestita di bianco si aggirasse sul promontorio dove la cappella è stata edificata.
I più pragmatici, invece, pensano che la vita dura dei pascoli e i flagelli e le epidemie che colpivano il bestiame, abbiano spinto il notaio a chiedere aiuto al divino.
vista panoramica su Fossemagne
Alpe Château
Secondo il Canonico Frutaz, una parte delle pietre utilizzate per la costruzione dell'alpeggio, datato 1780, sono state ricavate dalla demolizione del vicino Ospizio di Chavacour.
tramonto all'Alpe Dzanzeve
tracce di lupo al Petit Chavacour
Alpe Château
Alpe La Nouva de Tellinod
La via più conosciuta è quella aperta da Guido Rey nel 1896.
Alpe Tellinod
L'antica e la nuova Alpe di Tellinod, acquistata dal Comune e ricostruita.
I resti del vecchio alpeggio ora sono abitati da numerose marmotte che non sembrano essere troppo intimidite dal passaggio dell'uomo.
Il tardo pomeriggio è un momento incantato, i raggi di sole che colpiscono obliqui gli oggetti creano ombre lunghe, e le marmotte sembrano approffittare del loro tepore.
Alpe Comianaz
Vista panoramica
vista panoramica
Flora del Lodetor
Fauna del Lodetor
- Il germano reale, immancabile presenza negli stagni e laghi, è l’anatra selvatica più diffusa. Trascorre gran parte della giornata sull’acqua e si spinge sulla terraferma solo per la nidificazione o per riposare e curare il piumaggio che rende impermeabile spalmando con il becco una sostanza oleosa prodotta da una ghiandola situata sulla base della coda. Si segnala uno spiccato dimorfismo sessuale, con marcate differenze fra maschi e femmine, specialmente a livello di colorazione del piumaggio. Nel maschio spiccano testa e collo di un bel verde scuro – ma brillante – e un sottile collare bianco che sottolinea il contrasto con il nero del petto. La colorazione del capo si fa più vivida nel periodo degli accoppiamenti per attirare le femmine. La femmina, al contrario, è in prevalenza bruna, con una varietà di sfumature dal beige al marrone. Questa colorazione le garantisce un ottimale mimetismo nella vegetazione palustre, indispensabile per la cova delle uova e la cura della prole.
- Le libellule sono insetti appartenenti all’ordine degli Odonati legati all’acqua per il loro ciclo vitale. Gli adulti si riconoscono per il lungo addome formato da segmenti ben riconoscibili, per le due paia di ali fitte di venature, i grossi occhi e le antenne molto ridotte. Sono attive durante il giorno, soprattutto nelle ore centrali, e hanno un volo agile e veloce. Tutte le libellule sono predatrici, sia nella fase larvale che in quella adulta. La formidabile potenza di volo e la vista straordinaria fanno sì che le libellule siano cacciatori alati senza pari. Le prede vengono catturate all’agguato (la libellula avvista la preda da posata, le si avventa contro, la cattura con le zampe e ritorna al suo posatoio per consumarla) o in volo (attacca e divora le sue prede in volo e senza necessità di posarsi). L’accoppiamento è un momento affascinante al quale, con fortuna, si può assistere: il maschio compie movimenti ritualizzati per attirare la femmina, la afferra e la trattiene, quindi inarca l’addome, stimolando la femmina a fare lo stesso. Se la femmina si dimostra recettiva risponderà assumendo la tipica posizione a “cuore”.
Alpe Tsanté de Guerra
Si intravedono sulla sinistra in alto l'Alpe Courthod Desot e al centro l'Alpe Désert.
Sullo sfondo il gruppo dello Tsan avvolto dalle nuvole e il netto limitare delle ultime nevicate primaverili.
Vista panoramica su Triatel
Vista panoramica sul villaggio di Triatel.
Il percorso, con leggeri sali e scendi, procede dolcemente nel bosco. Tenersi sempre sulla destra fino a incrociare la piccola strada asfaltata che sale; a quel punto imboccarla, la salita dura poco e riscoltare sulla destra in leggera discesa.
vista panoramica Mont Avic
Alpe Chavannes
Profilo altimetrico
Accesso stradale e parcheggi
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